Intervista

AI First: Il mindset che ridisegna l'innovazione. Intervista a Giorgio Lattanzi.

2025-12-16

Foto del direttore della unit Innovation Farm, in primo piano con uno sfondo tecnologico astratto

Per la nostra rubrica INSIDE VOICES, abbiamo avuto il piacere di parlare con Giorgio Lattanzi, responsabile della nostra Innovation Farm, il laboratorio di Dot Beyond dove i trend tecnologici si trasformano in soluzioni concrete e nuovi prodotti basati su GenAI. La sua visione incarna perfettamente il "DNA" di curiosità e sperimentazione che guida la nostra strategia.

Raccontaci il tuo percorso e il ruolo che ricopri in Dot Beyond. In particolare, come l’Innovation Farm, che guidi, traduce la visione strategica sull’AI in soluzioni concrete?

Sono partito fondando Reiss Digital Life, con l’idea di portare sul mercato soluzioni digitali che unissero qualità e innovazione. Ho iniziato lavorando su progetti digitali complessi, dove l’innovazione era spesso una sfida più culturale che tecnica. Quella spinta alla sperimentazione ci ha portato presto a cercare sempre le tecnologie più avanzate e a sviluppare anche prodotti proprietari. Con la fusione in Dot Beyond abbiamo voluto dare continuità e struttura a questo DNA, così è nata l’Innovation Farm, il nostro laboratorio dove trasformiamo i trend tecnologici in soluzioni concrete per i clienti e in nuovi prodotti basati su GenAI.

Guidiamo l’Innovation Farm con un approccio AI First in ogni fase della creazione, dalla creatività e analisi, al prototipo, fino a sviluppo e delivery. In pratica, accompagno i team nel tradurre la visione strategica in risultati misurabili, selezioniamo i casi d’uso ad alto impatto, costruiamo prove di valore veloci, integriamo i modelli generativi nei processi reali (marketing, customer care, operations, contenuti), e curiamo scalabilità, governance e qualità dei dati. L’obiettivo è duplice: dotare l’azienda di nuove “armi” AI e portare sul mercato prodotti che rispondano a bisogni chiari, rendendo l’intelligenza artificiale utile, accessibile e sostenibile per persone e business.

Puoi condividere un caso in cui l’AI ha avuto un ruolo decisivo, cambiando l’approccio, i bisogni del cliente o i risultati di un progetto?

Più che un singolo caso, ce ne sarebbero davvero molti da raccontare. Preferisco però soffermarmi sull’essenza; l'intellligenza artificiale ha cambiato radicalmente il nostro modo di pensare e costruire i progetti, dalla fase creativa alla progettualità, fino allo sviluppo vero e proprio.

Con l’arrivo della GenAI si è sbloccato qualcosa che prima sembrava complesso o addirittura impossibile. Oggi possiamo affrontare sfide che fino a poco tempo fa richiedevano tempi lunghi o competenze altamente specialistiche. L’AI ha reso più fluido il dialogo tra le persone e la tecnologia, aiutandoci a passare da un approccio lineare a uno più esplorativo e iterativo, dove le idee si possono testare e migliorare in tempo reale.

In molti progetti questo ha significato ripensare completamente i bisogni del cliente, non più chiedersi “cosa possiamo fare”, ma “cosa possiamo far fare all’AI per ampliare ciò che facciamo”. È un cambio di prospettiva che ha migliorato tempi, risultati e qualità del lavoro.

L’AI non è solo una tecnologia abilitante, ma un nuovo modo di pensare e costruire valore. La vera differenza la fa l’atteggiamento, non bisogna resistere all’adozione, ma abbracciarla con curiosità e consapevolezza. Prima lo si fa, prima si iniziano a coglierne i vantaggi in termini di velocità, qualità, creatività e capacità di generare valore concreto.

Quali sono i vantaggi reali e quali, invece, i falsi miti più comuni quando si parla di AI?

I vantaggi reali sono chiari: riduzione dei tempi, aumento della qualità decisionale, nuove possibilità creative e accesso a insight prima impensabili.

Ma il mito più pericoloso è che l’AI “faccia tutto da sola”. In realtà, il suo valore dipende dalla qualità delle persone che la guidano, dai dati che le vengono forniti e dal contesto in cui opera.

Un altro equivoco è pensare che l’AI sia solo una questione di algoritmi. In realtà è una trasformazione culturale e organizzativa, serve visione, governance e soprattutto una nuova mentalità di collaborazione uomo-macchina.

Parlando di futuro: quanto sono cruciali la scalabilità responsabile e la sostenibilità, sia etica che ambientale, nello sviluppo di soluzioni AI?

Sono fondamentali. L’AI è una tecnologia potente ma anche energivora, non possiamo parlare di innovazione se non è sostenibile, sia in termini ambientali che di impatto sociale.

In Innovation Farm ci concentriamo molto sulla scalabilità responsabile, soluzioni che non solo funzionano in laboratorio, ma che possono crescere in modo sostenibile nel tempo, rispettando i principi etici e la privacy dei dati.

Questo significa anche lavorare su modelli più efficienti, su un uso mirato delle risorse computazionali e su processi che tengano conto dell’intero ciclo di vita delle soluzioni AI.

Come immagini l’evoluzione dell’AI nei prossimi anni e quali opportunità potrebbe aprire per settori come cultura e gaming?

Penso che l’AI stia entrando in una nuova fase, dove non sarà più vista come uno strumento da usare, ma come un vero compagno di lavoro e di creatività. Diventerà sempre più intuitiva, contestuale e integrata nei processi quotidiani, capace di comprendere meglio le persone e adattarsi ai loro bisogni in tempo reale.

Nel mondo aziendale, permetterà decisioni più rapide e personalizzazioni profonde; nella cultura, aiuterà a rendere i contenuti più accessibili e interattivi; nel gaming, darà vita a mondi generativi che si trasformano insieme al giocatore.

Ma la parte più interessante non è solo tecnologica, è culturale. L’AI sta cambiando il nostro modo di pensare e di creare, ci spinge a collaborare in modo diverso, a sperimentare, a superare i limiti del possibile.

Chi saprà accoglierla con curiosità e apertura, senza timori, scoprirà che non sostituisce l’intelligenza umana … la potenzia.

Concludo dicendo: “L’innovazione non nasce dai modelli, ma dalle persone che li interrogano in modo nuovo. L’AI è solo l’inizio di una conversazione più ampia tra tecnologia e immaginazione.

2025-12-16

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