Intervista
Blockchain e Maenoox: intervista a Luca Pedetti
2025-07-30

Per la nostra rubrica DEEP DIVE, abbiamo chiesto a Luca Pedetti, Product Manager e specialista di blockchain in Dot Beyond, di farci fare un viaggio tra nodi, token e futuro digitale. Insieme a lui scopriremo Maenoox, la piattaforma che usa NFT e blockchain per trasformare i dati in asset unici e protetti.
Puoi presentarti brevemente, mettendo in evidenza il tuo percorso e come contribuisci oggi allo sviluppo delle soluzioni blockchain in azienda?
Il mio percorso è iniziato nella grande industria, lavorando per una nota azienda di Stato su un programma militare. Un'esperienza che mi ha permesso di viaggiare e apprendere diverse metodologie di lavoro, formandomi significativamente. Successivamente, per ampliare le mie competenze, ho conseguito un Master in gestione del business nel settore agroalimentare, dove ho approfondito il concetto di filiera, applicabile a tutti i processi.
Il desiderio di unire la mia passione per la tecnologia, in particolare quella a registro distribuito, a una professione all'avanguardia, mi ha riportato in Italia nel settore tech. Dopo un periodo formativo, ho avviato una startup innovativa dove ho potuto esprimere la mia passione per la blockchain, arrivando a realizzare un protocollo originale.
Questo percorso si è incrociato con Dot Beyond. Affascinato dal progetto, ho deciso di entrare a far parte del gruppo per definire una soluzione blockchain che ci permetterà di affermarci nei prossimi decenni. Così è nata Maenoox: una famiglia di prodotti che sfrutta l'evoluzione della non fungibilità di un token (NFT) per garantire tracciabilità, integrità, datazione e proprietà di qualsiasi oggetto digitale.
Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla blockchain in un momento in cui questa tecnologia è sempre più strategica per settori come finanza, supply chain, cultura e Web3?
La blockchain è stata un vero e proprio colpo di fulmine. Nella mia prima esperienza lavorativa, vivevo la frustrazione di sistemi militari totalmente disconnessi dal web. Sognavo una visione diversa per la gestione di dati che generavano ripetizioni ed errori. Il Bitcoin Whitepaper di Satoshi Nakamoto mi sembrò la soluzione ideale.
L'entusiasmo mi convinse delle potenzialità ingegneristiche della blockchain. Il mio obiettivo era risolvere quei problemi giganti riguardo il flusso, l'accuratezza e la certezza dei dati. Oggi non c’è settore in cui la blockchain non sia teoricamente applicabile, anche in complementarità con AI, Quantum Computing e Metaverso. In questa visione data-centrica, la blockchain è l’espressione più potente.
Qual è stata la sfida tecnica o progettuale più stimolante che hai affrontato lavorando su un progetto blockchain?
La sfida maggiore è stata quella di avere una tela bianca e le materie prime per creare. Partire da zero, immaginare, modellare e testare finché non si trova un assetto che soddisfi le logiche di business. Con la blockchain serve grande creatività e profonda conoscenza dei processi esistenti per capire dove apportare valore aggiunto.
Questo si accentua nel realizzare un prodotto nuovo e originale. La blockchain, infine, è olistica e multidisciplinare, il che ti obbliga a confrontarti con numerosi stakeholder, interni ed esterni.
Come spiegheresti la blockchain a qualcuno che non ha competenze tecniche? Hai un esempio concreto che può aiutarci a capire il suo impatto reale?
Rendere concreta un’astrazione complessa è la vera sfida. Descriverei la blockchain come un’evoluzione del database tradizionale. È autoconsistente e trae forza da molti nodi paritari distribuiti e da un libro mastro che traccia tutte le transazioni, garantendo massima sicurezza. Permette anche di eseguire logiche computazionali automatiche e di distribuire l’immagazzinamento dei dati, superando il concetto di data storage centralizzato.
Dalla blockchain sono scaturiti due modelli principali:
- Creare e scambiare valore (ambito della Decentralized Finance - DeFi).
- Trattare il dato in modo certo e immutabile.
Nel mio libro, "Emerging Tech! Roger", spiego tutto questo e illustro casi d'uso concreti. Ad esempio, tracciare gli step di una filiera produttiva (es. Made in Italy) riunendo molteplici informazioni in un unico asset digitale. Oppure la dematerializzazione dei supporti cartacei e la digitalizzazione sicura degli atti della PA, eliminando la necessità di terze parti a garanzia. In scenari futuri, la blockchain può conferire validità ai dati usati dall’intelligenza artificiale generativa, o garantire la corrispondenza tra vero e virtuale negli ambiti "phigital".
Quali sono, secondo te, i trend emergenti – come zero-knowledge proofs, interoperabilità o NFT con funzione d’uso – che stanno ridefinendo l’ecosistema blockchain?
Ci sono molti trend interessanti. I protocolli Web3 permettono di gestire logiche di business complesse su reti distribuite, portando nuove sfide. Prima fra tutte, la sicurezza dei wallet, specialmente con gli smart contracts.
C'è un grande gap infrastrutturale e il trilemma della blockchain (distribuzione, sicurezza, scalabilità) è un problema comune. Tentativi di risolverlo si trovano nei rollup di Layer 2 o negli algoritmi Zero-Knowledge (ZK).
Tra i trend applicativi, vedo la trasformazione delle App in dApp e l'uso degli NFT come strumenti versatili per lo scambio di dati e processi industriali.
In Maenoox abbiamo implementato una funzionalità disruptive: la dinamicità della metadatazione di un NFT, rendendoci più funzionali e meno costosi. Per il futuro, penso alla tecnologia quantistica per proteggere i wallet e all'integrazione con la computer science per dare all'AI elementi certi.
L’interoperabilità sarà necessaria per l’adozione su larga scala. Ma l’aspetto più sfidante e sensibile è quello normativo. La blockchain dovrà confrontarsi con le leggi e viceversa, specie se continuerà a guadagnare spessore economico globalmente.
2025-07-30
Mettiti in contatto con noi!
contattaci


